La Strada: percorsi di futuro.
Come, perché e quando nasce La Strada?
La Strada è nata nel 1981, come Associazione di volontariato, per iniziativa di don Giancarlo Cereda, un sacerdote impegnato in quegli anni nell’accoglienza di giovani tossicodipendenti, in un quartiere della periferia di Milano. Negli anni successivi abbiamo costituito anche l’omonima Cooperativa Sociale, oggi una “impresa sociale” di medie dimensioni, e abbiamo continuato a operare in alcuni quartieri periferici della città (Corvetto, via Salomone, Molise-Calvairate) caratterizzati dalla presenza di grandi insediamenti di edilizia popolare, ma anche in alcuni comuni dell’hinterland. Lavoriamo da sempre in stretta collaborazione con tutte le realtà presenti in questi territori: istituzioni, scuole, parrocchie, altri enti del terzo settore, associazioni, cooperative, gruppi di cittadini.
Per esempio, per la raccolta e la distribuzione alimentare, oltre alle attività con Rise Against Hunger Italia collaboriamo con alcune associazioni del territorio: San Vincenzo, Nocetum, Casa per la Pace e abbiamo anche supportato l’avviamento di nuove associazioni, come “Aiutiamoci”, un’opera gestita da giovani volontari universitari, che ha utilizzato i nostri spazi in zona Corvetto, come punto di raccolta e di partenza per la propria distribuzione di aiuti alimentari.
La nostra priorità è sempre stata quella di utilizzare le donazioni alimentari, per soddisfare le esigenze delle persone che aiutiamo direttamente, nei nostri numerosi servizi di accoglienza, ma spesso condividiamo il surplus con le altre realtà del territorio, in un’ottica di condivisone e mutuo aiuto.
Quali sono i temi e le aree principali di attività della vostra associazione?
I nostri interventi riguardano principalmente due aree: quella dei giovani (assistenza domiciliare a bambini e alle loro famiglie, scuola bottega per ragazzi che hanno abbandonato la scuola dell’obbligo, centri di aggregazione giovanile e centri diurni) e quella dell’housing sociale (circa quaranta appartamenti a Milano, nei quali ospitiamo mamme sole con bambini, persone o famiglie in emergenza abitativa).
Lo scopo del nostro operare è sempre quello di accompagnare le persone che aiutiamo verso una condizione di autonomia ma spesso ci occupiamo anche dell’assistenza di base, attraverso le distribuzioni alimentari, di vestiti o di oggetti di uso comune. Nella mensa all’interno della nostra sede principale, ogni giorno, pranzano circa quaranta ragazzi che frequentano il nostro centro diurno, in altre occasioni organizziamo pranzi con gruppi di anziani o pranzi sociali. Alcuni volontari si occupano della gestione del nostro magazzino alimentare, mentre gli educatori curano la relazione con le persone accolte.
Ci diceva poco fa che La Strada è nata nel 1981: cos’è cambiato negli anni in relazione agli ostacoli riscontrati nelle attività quotidiane dell’associazione? E come sono cambiate le necessità delle persone che aiutate ogni giorno?
Le problematiche, nei quartieri periferici e popolari della città di Milano dove noi operiamo, si stanno acuendo; in questi contesti aumentano le povertà, l’insicurezza, l’illegalità e assistiamo a grandi trasformazioni, per esempio la trasformazione multietnica di questi luoghi.
Per una realtà a vocazione sociale come la nostra è sempre più difficile operare: a fronte di un incremento dei bisogni e delle emergenze sociali assistiamo a un calo significativo delle risorse pubbliche e parallelamente aumentano i vincoli burocratici per poter operare. Stiamo inoltre vivendo una vera e propria “crisi del mondo educativo e degli educatori”, spesso sottopagati e costretti a operare in situazioni sempre più complesse.
Oggi più che mai, corriamo il rischio di essere trasformati in “meri fornitori di servizi”, dovendo rispondere a richieste a tempo, senza la possibilità di accompagnare le persone per un periodo adeguato alla loro condizione. Per esempio, alcuni servizi sono organizzati con la logica del “minutaggio”, dove l’ente pubblico prevede un tempo massimo di “erogazione di una prestazione” nei confronti di un “utente” (minore, anziano, famiglia); in questo modo non si considera che la realtà è diversa e complessa e che ogni persona ha i propri tempi di reazione e di evoluzione. Inoltre, negli anni Ottanta chiunque (anche un ventenne come me allora) poteva aprire una comunità di accoglienza senza essere ostacolato o impedito dalla burocrazia, dalle regole, dalle procedure amministrative: oggi, purtroppo, non è più così.
Pensando alle attività de La Strada e alle azioni quotidiane di Rise Against Hunger quali sono le similitudini che vede più evidenti e quali, invece, le differenze, soprattutto per il tema della scolarizzazione e dell’assistenza alimentare?
Una nostra caratteristica fondamentale è il “radicamento”, la nostra è una presenza capillare e continuativa nei territori dove operiamo, territori che conosciamo bene. Questo significa, di conseguenza, che ci relazioniamo direttamente con le persone che aiutiamo e che conosciamo una per una: Rise Against Hunger opera anche a livello internazionale e quindi ha diversi livelli di coinvolgimento e vicinanza con i destinatari degli aiuti che vanno dalla distanza meramente geografica alla capillarità sul territorio. In ogni caso il nostro scopo, al di là delle sfumature, è comune: fare del bene e farlo per bene, lavorare per l’autonomia dei singoli e migliorare i risultati delle nostre attività, giorno dopo giorno, collaborando con tutti attivamente.
Come immagina che si svilupperà la partnership con Rise Against Hunger Italia nel prossimo futuro?
Grazie alla vostra collaborazione possiamo avere pacchi alimentari per supportare le esigenze della nostra mensa, quelle delle madri sole con bimbi ospitate nelle case famiglia e quelle degli anziani in difficoltà. Ci auguriamo che questo cammino comune possa diventare sempre più condiviso, e che si possano progettare insieme, anche nell’immediato futuro, tante nuove e importanti attività.
Giacomo Gilberto Sbaraini, esperto di gestione organizzativa e di progettazione sociale per il Terzo settore, nasce a Milano nel 1961. Dopo una prima esperienza di lavoro presso una azienda profit, a partire dal 1985 si dedica a tempo pieno alla gestione di alcuni servizi di accoglienza dell’associazione “La Strada”. Negli anni successivi contribuisce alla crescita dell’associazione e alla creazione di diverse cooperative sociali impegnate in attività educative e assistenziali rivolte a minori, giovani e adulti in difficoltà. Nei primi anni ’90 comincia a occuparsi anche di formazione e progettazione. Per nove anni ha assunto anche il ruolo di Giudice Onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente è Presidente della Cooperativa Sociale La Strada e membro del Collegio di Presidenza della Associazione omonima.